La storia

Già in età etrusca, la vallata del Casentino assunse interesse ed importanza per la sua posizione geografica quale luogo di transito per l'attraversamento della catena degli Appennini.
La fine dell'impero romano e le successive invasioni barbariche segnarono un lungo periodo di decadenza.
Solo nel medioevo, VIII secolo, con gli insediamenti longobardi che avevano stabilito una fitta maglia difensiva lungo i percorsi viari, si costruirono una serie di castelli che ancora è possibile ammirare, strettamente correlati alla fortuna delle grandi famiglie dominanti.
I più potenti furono i Conti Guidi, signori di Poppi, Romena, Porciano, Urbech, Castel San Niccolò, Borgo alla Collina, Fronzola e Raggialo, i Tarlati e gli Ubertini di Arezzo, signori di Bibbiena e di alcuni castelli del versante aretino, per la maggior parte distrutti nel corso dei numerosi scontri fra Guelfi e Ghibellini.

Castello di Poppi

La battaglia di Campaldino (Poppi, 11 Giugno 1289), descritta nell'inferno dantesco al canto XXII, alla quale prese parte anche Dante Alighieri, sancì la definitiva vittoria dei Guelfi fiorentini sui Ghibellini aretini.
Con la sconfitta dei Conti Guidi nella battaglia di Anghiari, 29 Giugno 1440 (affrescata in Palazzo Vecchio a Firenze da Leonardo da Vinci, ma purtroppo perduta), il Casentino fu totalmente aggregato alla repubblica fiorentina, ed in seguito passò alla signoria dei Medici e poi degli Asburgo Lorena seguendo la Storia della Toscana.

I Romani e gli Etruschi

Molti i siti etruschi, dalla Pieve a Socana, situata sulla riva destra dell'Arno nel Comune di Castelfocognano, agli scavi ancora in corso del Lago degli Idoli nella parte alta del comune di Stia, vicino alla sorgente del fiume Arno.
Le numerose pievi romaniche diffuse in tutto il Casentino, che furono edificate su resti di templi etruschi o di chiese paleocristiane, rappresentano oggi dei veri e propri gioielli nel paesaggio.
Romena, Stia, Vado e Montemignaio, sono le più conosciute, più volte ammodernate e ricostruite nel corso dei secoli.
Il Museo Archeologico del Casentino (Partina-Soci), è ricco di interessanti testimonianze.